martedì, Marzo 19, 2024
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Identità sociale e bisogno di se stessi? La psico-sociochimica che ti riporta dalla bionda

Secondo uno studio condotto nell’Università dell’East Anglia, nel Regno Unito, e pubblicato sul Journal of Substance Use, si torna a fumare per recuperare l’identità sociale persa e si cerca il senso di appartenenza ad un gruppo.

I ricercatori inglesi hanno preso in esame 43 partecipanti che hanno descritto la loro storia relativa all’abitudine al fumo, i precedenti tentativi di smettere e quello attuale, e hanno discusso con loro di eventuali ricadute analizzando un campione di 23 partecipanti che hanno invece fornito le informazioni più dettagliate. “Quello che abbiamo scoperto – ha detto Caitlin Notley, autrice principale della ricerca – è che la ricaduta nel fumo è associata a un’intera gamma di fattori scatenanti emotivi, spesso legata al fatto che le persone vogliono riconquistare un’identità sociale perduta”.

A tal proposito, abbiamo chiesto un parere al nostro team di ricercatori esperti di smoking cessation e di psicologia. Sull’argomento di seguito trovate il commento del prof. Pasquale Caponnetto:

La ricaduta è un fenomeno dinamico multideterminato dove il recupero di un’identità sociale perduta può spingere gli ex fumatori a ricascare nella dipendenza. Ma oltre all’identità sociale viene coinvolta anche l’identità nucleare che riguarda il sè. Il recupero dell’appartenenza gruppale è si importante ma secondaria al bisogno di riconoscere se stessi, e quel se stessi per anni è stato fatto di buonanotte e buongiorno solitari in compagnia di una bionda, la sigaretta, forse l’unica in grado di darti quella tenerezza di cui hai bisogno senza mai presentarti il conto. Il rapporto del fumatore con la sigaretta è veramente profondo e va oltre, va al di là dell’amata nicotina. Quindi quando parliamo di identità quale fattore di ricaduta dobbiamo considerare anche l’identità vera e propria del fumatore oltre a quella sociale. Il fumatore si è sempre accompagnato alla sigaretta e questa è diventata parte della sua identità intra ed interpersonale. Lo studio dei ricercatori UK, sebbene fatto su un campione iniziale di 43 partecipanti con soli 23 che hanno completato la ricerca, rileva un’intera gamma di fattori scatenanti emotivi ed interpersonali associati al processo di assuefazione e disassuefazione dal fumo di sigaretta. E forse l’elemento veramente importante di questo studio è questo, non si parla di nicotina, di biochimica, ma di psico-sociochimica, identità, emozioni, relazioni, di lati umani, insomma del meglio di noi. Quando le persone tentano di smettere di fumare – conclude Caponnetto – ciò che stanno realmente facendo è tentare di seppellire parte della loro vecchia identità e riconfigurarne una nuova. Ma il processo può essere davvero difficile da affrontare“.

Dalle parole dell’articolo emerge anche quello che gli psicologi definiscono mancata elaborazione del lutto – ha aggiunto la dott.ssa Marilena Maglia – nel senso che anche lo smettere di essere fumatore presuppone certamente un viraggio rispetto alla propria identità fin a quel momento delineata ma anche una messa in crisi di ciò che per il fumatore è importante ovvero le azioni quotidiane scandite anche in funzione della pausa sigaretta. Che si abbia davanti un grande manager o una annoiatissima casalinga, il concetto di rielaborazione del lutto e della perdita della sigaretta è molto importante. Tale processo prevede certamente l’impegno da parte dell’ex fumatore e la coadiuvazione dello specialista che nel corso dell’iter avrà la responsabilità di supportare il paziente e assicurare una ottima aderenza al nuovo stile di vita”.

Valeria Nicolosi è giornalista, esperta in progettazione e comunicazione pubblica (sociale e istituzionale). Laureata in Programmazione delle Politiche Pubbliche nell’Università degli Studi di Catania, è anche masterizzata in Comunicazione Pubblica nell’Università IULM di Milano. L'amore e l'interesse nei confronti della formazione dell'opinione pubblica l’hanno portata a collaborare come consulente per LIAF con l’obiettivo di aiutarli a definire azioni utili per la diffusione e la sensibilizzazione della cultura antifumo. Valeria è oggi press office di LIAF e collabora anche con istituzioni ed enti pubblici diversi.

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