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Nuovo report di PHE: In Inghilterra, 3 milioni di svapatori. Altra pietra miliare per il futuro dello svapo

Ieri, martedì 6 Febbraio, è stato fatto un nuovo ed importante passo per il futuro dello svapo. Il Public Health England (PHE) ha pubblicato  il nuovo report sulle sigarette elettroniche.  

L’autorità sanitaria inglese, infatti, ha rinnovato e arricchito il precedente documento del 2015 dedicando particolare attenzione a temi come la regolamentazione, le modalità di utilizzo, l’efficacia in termini di cessazione dal fumo, la sicurezza e tollerabilità, gli effetti sulla salute. Per la prima volta si accenna anche ai nuovi sistemi a tabacco riscaldato.

A firmare il documento, un gruppo di esponenti del panorama scientifico internazionale: Ann McNeill, Leonie S. Brose, Robert Calder, Linda Bauld e Debbie Robson.

Rispetto al precedente Report, il messaggio non cambia e ci sono delle importanti conferme: le e-cig possono far smettere di fumare e sono molto meno dannose del fumo di sigaretta convenzionale.

Il nuovo rapporto dichiara che – nella sola Inghilterra – la diffusione delle e-cig ha creato un esercito di ex-fumatori, circa 57.000 in un solo anno. Inoltre, si ribadisce che – come già affermato nel 2015 – le sigarette elettroniche sono il 95% meno dannose rispetto alle sigarette convenzionali.

Se il rapporto PHE del 2015 è stato, come la definimmo allora, “una pietra miliare per il futuro dello svapo” questo nuovo documento rappresenta una importante e necessaria conferma che la strada che si vuole seguire nel Regno Unito per debellare il tabagismo è quella giusta.

“Questa nostra nuova revisione consolida la visione positiva di PHE nei confronti dello svapo – ha affermato il prof. John Newton, direttore per il miglioramento della salute presso PHE – anche se purtroppo oltre la metà dei fumatori crede erroneamente che la e-cig sia dannosa quanto la “bionda”. Sarebbe tragico – ha continuato Newton – se migliaia di fumatori non iniziassero a svapare a causa di false convinzioni“.

Con lo svapo i rischi di contrarre malattie fumo correlate (come cancro, malattie cardiovascolari e malattie respiratorie) sono minimi perché le sostanze chimiche nocive presenti nel fumo delle bionde non si trovano nel vapore delle elettroniche o, se presenti, lo sono comunque a livelli molto più bassi.

L’altro punto importante affrontato dagli scienziati riguarda l’utilizzo di e-cig da parte dei giovani. Alcuni studi hanno mostrato che i giovani che svapano sono più propensi ad iniziare a fumare. Nel documento di PHE, invece, si spiega che la sperimentazione delle elettroniche tra i giovani è abbastanza comune, ma l’uso regolare dello strumento è ancora limitato solo a coloro che hanno precedentemente fumato.

“La ricerca dimostra – ha affermato la prof.ssa Linda Bauld – che l’uso regolare di elettroniche tra i giovani che non hanno mai fumato rimane trascurabile, meno dell’1%, e il fumo dei giovani continua a diminuire a un ritmo incoraggiante”.

Il nuovo rapporto, peraltro, riassume anche le prove esistenti sulle cosiddette IQOS adottando un approccio più cauto: “possono essere notevolmente meno dannosi delle sigarette di tabacco e più dannosi delle elettroniche”.

Ecco quali sono risultati più importanti della relazione PHE 2018: 

Valeria Nicolosi è giornalista, esperta in progettazione e comunicazione pubblica (sociale e istituzionale). Laureata in Programmazione delle Politiche Pubbliche nell’Università degli Studi di Catania, è anche masterizzata in Comunicazione Pubblica nell’Università IULM di Milano. L'amore e l'interesse nei confronti della formazione dell'opinione pubblica l’hanno portata a collaborare come consulente per LIAF con l’obiettivo di aiutarli a definire azioni utili per la diffusione e la sensibilizzazione della cultura antifumo. Valeria è oggi press office di LIAF e collabora anche con istituzioni ed enti pubblici diversi.

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