venerdì, Aprile 19, 2024
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Meno fumatori equivale a 331 milioni di euro di risparmi

Per ogni punto percentuale di fumatori in meno, si stimano 331 milioni di euro l’anno di risparmi per le casse pubbliche” questo quanto emerge dall’ultimo studio della rivista Research in Economics, condotto dal prof. Francesco Moscone dell’Università di Venezia.

Lo studio analizza le disparità regionali in termini di mortalità evitabile e dimissioni ospedaliere, influenzate da fattori associati a comportamenti ad alto rischio come il consumo eccessivo di alcol, il fumo e livelli inadeguati di attività fisica. Una maggiore prevalenza di fumatori è associata ad un aumento della mortalità evitabile e alle dimissioni ospedaliere e, in particolare, una diminuzione dell’1% della percentuale di fumatori comporta scientificamente una riduzione media di 12,76 dimissioni ospedaliere ogni 10.000 abitanti. Che, in termini economici, nel 2020 si è tradotto in un risparmio totale di circa 331 milioni di euro in tutte le regioni.

Analizzando anche le conseguenze associate all’abitudine al fumo, come tumori, cancro ai polmoni, disturbi respiratori e malattie cerebrovascolari, “Balancing Resource Relief and Critical Health Needs through Reduced-Risk Product Transition” ha identificato anche i benefici della transizione da prodotti ad alto rischio a prodotti a rischio ridotto.

I risultati suggeriscono che se il 50% dei fumatori passasse a prodotti a rischio ridotto come le sigarette elettroniche o i prodotti a tabacco riscaldato, il servizio sanitario nazionale potrebbe potenzialmente risparmiare 722 milioni di euro in termini di malattie legate al fumo.

Mosconi si spinge oltre, analizzando anche quali potrebbero essere le regioni che risparmierebbero di più da questa transizione. Tra queste la Lombardia al primo posto seguita da Campania e Lazio con 70 milioni, Veneto e Sicilia a 56 milioni di euro di risparmi.

Già nel suo intervento in audizione in Commissione Sanità, anche il prof. Riccardo Polosa si era espresso sul tema precisando che l’applicazione del principio della riduzione del danno potrebbe salvare milioni di vite umane ma, considerate anche le esigenze del sistema sanitario e del contenimento della spesa pubblica: “ridurre il danno significa anche ridurre le spese“.

Il concetto si basa sul riconoscimento del principio che tutte le persone meritano sicurezza e dignità. Per raggiungere l’obiettivo previsto del 5% di fumatori entro il 2040 le attuali politiche di contrasto al tabagismo non sono sufficienti. E’ necessario un deciso cambio di passo integrando alle politiche esistenti il principio della riduzione del danno, prendendo esempio da paesi virtuosi come Gran Bretagna, Svezia e Giappone, dove sono evidenti epocali contrazioni nel consumo di sigarette”

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